Rinnovabili: L’integrazione in rete è un nuovo collo di bottiglia
Marisol Cestari, Gruppo Cestari
Nel primo semestre del 2025, il mercato delle energie rinnovabili ha mostrato un rallentamento, in particolare per il fotovoltaico. I dati dell’Osservatorio FER (Anie) confermano che la Basilicata e altre regioni del Sud Italia stanno affrontando una sfida significativa. In Basilicata, la potenza fotovoltaica connessa è scesa a
37 MW (contro i
70 MW del 2024), con gli impianti che si sono ridotti a
2.004 (rispetto ai
5.947 dello stesso periodo del 2024).
La tendenza è simile in altre regioni:
- Campania: 124 MW (contro 259 MW nel 2024)
- Puglia: 204 MW (contro 295 MW nel 2024)
- Calabria: 43 MW (contro 99 MW nel 2024)
Eolico e la corsa all’accumulo
L’eolico, invece, mostra un andamento diverso. In Basilicata, la potenza connessa è salita a
25 MW (contro
1 MW del 2024), sebbene con meno impianti. Anche la Puglia ha registrato una crescita significativa, raggiungendo
242 MW (contro
191 MW del 2024).
“La situazione attuale conferma la necessità di tenere il passo con le altre regioni, in quella che è diventata una vera e propria corsa contro il tempo per l’accumulo energetico,” commenta
Marisol Cestari, legale rappresentante della CER Moliterno “Energia del Sole”.
Il 30 settembre sarà una data cruciale, con la prima asta per il
MACSE (Mercato a termine degli stoccaggi), che assegnerà
10 GWh di nuova capacità di accumulo da realizzare entro il 2028. L’obiettivo nazionale è raggiungere
71 GWh entro il 2030, supportati da investimenti per
17,7 miliardi di euro.
I nodi da sciogliere: rete e burocrazia
Secondo Cestari, l’integrazione in rete è il nuovo “collo di bottiglia”. Spesso, progetti eolici e solari subiscono ritardi a causa di difficoltà di connessione e procedure autorizzative lente. Per questo, il potenziamento delle infrastrutture elettriche è fondamentale per far crescere la quota di rinnovabili.
Anche la
capacità di accumulo sta cambiando le regole del gioco. Dal 2010 a oggi, il costo delle batterie per sistemi su scala industriale è crollato del
93%, raggiungendo
192 dollari/kWh nel 2024.
L’Italia ha comunque intrapreso una svolta green. Secondo i dati Terna, al 30 giugno 2025 il Paese ha superato gli
80 GW di fonti rinnovabili installate, con oltre
3 GW di nuova capacità aggiunti solo nel primo semestre dell’anno.
Il
piano di sviluppo decennale 2025-2034 prevede inoltre investimenti significativi: la capacità di scambio tra le zone di mercato aumenterà da
16 GW a
39 GW, e la capacità di interconnessione con l’estero crescerà del
40%.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) rappresentano una grande opportunità per la transizione energetica, la decentralizzazione dell’energia e l’aggregazione dei piccoli comuni di montagna.
“Il contributo in conto capitale del
Decreto sulle Comunità Energetiche Rinnovabili è l’occasione migliore,” conclude Cestari. L’incentivo è rivolto a chi investe in impianti rinnovabili fino a
1 MW all’interno delle CER, specialmente nei comuni con meno di
5.000 abitanti.