Obiettivi 2030 rinnovabili: Basilicata in ritardo, parla Cestari
RINNOVABILI, MARISOL CESTARI: BASILICATA INDIETRO RISPETTO AGLI OBIETTIVI 2030
Di questo passo non solo la Basilicata impiegherà più di 10 anni per raggiungere l’obiettivo al 2030 sullo sviluppo delle rinnovabili fissato dal Decreto Aree Idonee (dal 2021 a fine 2024 ha realizzato 415 MW, pari al 19,7% dell’obiettivo finale, con 1.690 Mw mancanti) ma tutto il Sud è destinato a seguirla.
La “ricetta” indicata dal “papier Bankitalia” è sicuramente la più efficace: servono norme certe e «un testo unico legislativo» per accelerare la crescita dell’energia rinnovabile in Italia che negli ultimi anni «ha ripreso slancio».
Così Marisol Cestari, legale rappresentante della CER Moliterno “Energia Del Sole”, dirigente del Gruppo Cestari, che attraverso proprie società specializzate in Italia e all’estero opera, con base operativa a Moliterno, nel settore della produzione elettrica da fonti rinnovabili, realizzando impianti ecocompatibili e valutando gli impatti ambientali e sociali connessi all’implementazione di tecnologie alimentate da fonti alternative di energia, impegnato a promuovere le Cer soprattutto al Sud.
Per favorire lo sviluppo delle FER e la costituzione di nuove CER soprattutto nelle regioni meridionali – aggiunge – saranno necessari ulteriori interventi di semplificazione normativa e di accelerazione delle procedure autorizzative rispetto a quelli adottati nel recente passato. Andrà inoltre reso più stabile il quadro normativo per fornire maggiore certezza agli investitori.
Per un’accelerazione tanto più necessaria nello scenario degli alti costi delle bollette energetiche per imprese e famiglie – dice ancora la dirigente del Gruppo Cestari – l’identificazione preventiva da parte delle Regioni di aree idonee a beneficiare di iter accelerati per la realizzazione di impianti e la razionalizzazione delle procedure attraverso un testo unico legislativo che riduca la complessità attuale andranno valutati alla luce dell’efficacia nello snellire e velocizzare la costruzione e l’esercizio degli impianti e la costruzione delle opere infrastrutturali connesse.
Inoltre la recente accelerazione delle installazioni di impianti a fonti rinnovabili risulta ancora insufficiente a raggiungere quanto stabilito.
In prospettiva, l’incremento delle FER e la potenziale maggiore concentrazione nel Mezzogiorno di impianti di grandi dimensioni potrebbero accrescere i problemi di congestione della rete di trasmissione nazionale, richiedendo investimenti infrastrutturali aggiuntivi rispetto a quanto pianificato in precedenza.
Condivido – conclude Marisol Cestari – l’appello al Governo Meloni e alle Regioni perché i ritardi che sta accumulando l’Italia sul fronte rinnovabili sono inaccettabili, anche per l’impatto sull’ambiente (2.098 eventi meteo estremi dal 2015 a oggi, di cui 753 allagamenti, 1137 i comuni colpiti) oltre alle mancate occasioni di sviluppo, anche in termini occupazionali, per i territori.