Per combattere il “caro energia” causato dalla guerra in Ucraina, dalla dipendenza del nostro Paese dalle importazioni di materie prime e dalla volatilità dei loro prezzi, a partire dal gas, c’è una strada sicura ed efficace da percorrere: intensificare i progetti di efficientamento energetico. Il Gruppo Cestari – che lavora in tutta Italia, dalla Calabria fino ad arrivare in Lombardia – dopo aver completato i progetti a Moliterno, in attesa dei nuovi programmi del Governo Meloni per far fronte alla crisi energetica, continua la corsa contro il tempo.
Progetti ultimati dal Gruppo Cestari
Attualmente – riferisce l’ing. Alfredo Carmine Cestari, presidente del Gruppo (vedi anche il sito alfredocestari.it ) – abbiamo ultimato oltre 30 progetti ed altrettanti ne abbiamo in fase di attivazione. Tra quelli finiti, nei Comuni di Crotone, Fisciano (Sa), Sala Consilina (Sa), Montesano sulla Marcellana (Sa), Gravedona (Co). Sono in corso lavori a Sala Consilina (Sa) – su 10 unità abitative; Casalnuovo (Na) – su 6 unità abitative; Pescara – su 48 unità abitative. Altri comuni interessati: Roccadaspide (Sa), Saonara(Pd), Borgo Val di Taro (Pr) Garbagnate Milanese (Mi), Casalnoceto (Al), Motta Visconti (Mi).
Efficientamento energetico: obbiettivi
“Se raggiungessimo l’obiettivo del 70% di energia rinnovabile al 2030 – aggiunge Alfredo Carmine Cestari – la nostra dipendenza dalla volatilità dei prezzi delle materie prime calerebbe drasticamente, e di conseguenza anche il prezzo dell’energia elettrica. Per raggiungere questo obiettivo, tutt’altro che proibitivo, e noi ce la stiamo mettendo tutta, dovremmo installare 7 GW di nuova potenza rinnovabile ogni anno. Però a causa dell’eccesso della burocrazia riusciamo a realizzare solo 1 GW all’anno. A questo ritmo raggiungeremo l’obiettivo del 2030 al 2090. La leva più efficace per ridurre il prezzo dell’energia è colmare questa differenza”.
“Il Sud – dove si concentra il 40,2% delle energie pulite del Paese –continua Cestari – sta facendo passi avanti importanti sul piano dell’efficienza energetica dei processi produttivi e l’utilizzo di energie rinnovabili. Il Mezzogiorno vale il 37,4% della potenza fotovoltaica, il 96,5% della potenza eolica ed il 27,2% della potenza degli impianti a bioenergie. Ma questo non è sufficiente. Le rinnovabili sono una grande ricchezza del Mezzogiorno. C’è da fare di più specie nei tempi di attuazione dei progetti in cantiere del Pnrr poiché la transizione energetica coniugata al risparmio, oltre a generare benefici ambientali, è un’occasione per creare valore e occupazione”.