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Comunità Energetiche Rinnovabili, Gruppo Cestari: “Ancora numero basso in Basilicata e al Sud e capacità installata modesta

Con il superamento del tetto di 600 Cer (Comunità Energetiche Rinnovabili) raggiunto in Italia resta ancora basso il  numero di Cer in Basilicata (5) come al Sud (Campania 30, Puglia 23, Calabria 14) mentre la capacità totalmente installata rimane alquanto modesta, pari a 66,4 Kw in Basilicata (media 12,8 kw a Cer) come in Campania (58,1 K, media 12,9 kw), ancora più marcata in Puglia (15,2 kw, media 3,8 kw) e in Calabria (42,6 kw, media 8,1 kw). I dati sono diffusi dal Gruppo Cestari che attraverso proprie società specializzate in Italia e all’estero opera, con base operativa a Moliterno, nel settore della produzione elettrica da fonti rinnovabili, realizzando impianti ecocompatibili e valutando gli impatti ambientali e sociali connessi all’implementazione di tecnologie alimentate da fonti alternative di energia, ed è impegnato a promuovere le CER soprattutto al Sud. La dimensione media delle Cer è pari a 83,7 kW. Il 76% delle Cer registrate nel portale Gse ha una dimensione inferiore a 50 kW mentre un altro 11% è costituito da Cer con una dimensione compresa tra i 50 e 100 kW. La diffusione geografica è concentrata nel Nord-est (26%) e nel Nord-ovest (30%), seguito dalle Isole e dal Sud (entrambe al 16%). Il Centro Italia ospita meno delle 11% delle Cer italiane. Le principali regioni per numero di Cer sono Lombardia, Piemonte e Sicilia, rispettivamente con 88, 75 e 73 Cer.  “Le CER – commenta Marisol Cestari,  legale rappresentante della CER Moliterno “Energia Dal Sole”, dirigente del Gruppo Cestari – apportano dei benefici ambientali perchè più comunità vengono costituite più impianti a fonte rinnovabile vengono realizzati, con un contributo molto importante alla transizione energetica. Le comunità apportano anche benefici economici agli appartenenti alle CER perché lo Stato, attraverso il GSE, riconosce una tariffa premio incentivante proporzionale all’energia prodotta e consumata nello stesso anno. Gli incentivi vengono suddivisi tra i vari membri o destinati a progetti di utilità sociale e alle famiglie in povertà energetica. E qui veniamo all’altro beneficio, ossia quello sociale. Infatti, molte CER sono nate proprio con questa finalità”.

Per il Gruppo Cestari la diffusione delle Cer è ritenuta rilevante per diversi motivi. Innanzitutto, le Cer sono concepite con l’obiettivo di ottimizzare l’uso dell’energia prodotta da rinnovabili, riducendone gli effetti avversi sui sistemi elettrici. La minor necessità di trasportare l’energia su lunghe distanze minimizza le perdite di rete ed i rischi di congestione evitando picchi di domanda e riducendo il rischio di sovraccarico. Le Cer contribuiscono inoltre a ottimizzare la gestione dei flussi energetici e il bisogno di bilanciamento continuo tra immissioni e prelievi, i cui costi aumentano a causa delle caratteristiche di intermittenza e non programmabilità delle tecnologie rinnovabili.  Altri benefici conseguono la condivisione a livello locale dei benefici economici associati agli impianti rinnovabili. Infine, installazioni di media-piccola scala hanno un minor impatto locale e godono di procedure di autorizzazione semplificate e una maggiore accettazione politica a livello locale. Anche per questo, le Cer rappresentano un canale importante per la loro diffusione delle energie rinnovabili. Ma – sottolinea il Gruppo Cestari – nonostante l’Italia sia stata la prima in Europa ad emanare disposizioni transitorie di recepimento della normativa europea in materia di Comunità energetiche rinnovabili e un diffuso interesse da parte di cittadini, imprese ed enti locali, il fenomeno è rimasto circoscritto in un esiguo numero di progetti con limitata produzione elettrica.