Marisol Cestari: le CER specie al Sud strumento significativo di lotta alla povertà energetica
I dati aggiornati dal Gse al 6 marzo scorso sulle CER (Comunità energetiche rinnovabili) sono poco incoraggianti, considerando che il Mezzogiorno ospita solo il 30% di questa realtà, con le sue 62 CER attive, 84 impianti collegati per una potenza di 5,9 MW e 494 utenze servite. Così Marisol Cestari, legale rappresentante della CER Moliterno “Energia Dal Sole”,dirigente del Gruppo Cestari, che attraverso proprie società specializzate in Italia e all’estero opera, con base operativa a Moliterno, nel settore della produzione elettrica da fonti rinnovabili, realizzando impianti ecocompatibili e valutando gli impatti ambientali e sociali connessi all’implementazione di tecnologie alimentate da fonti alternative di energia, impegnato a promuovere le CER soprattutto al Sud. In Campani le comunità sono 15 con 17 impianti collegati per una potenza di 1,4 MW e 63 utenze servite.
In Basilicata cinque quelle costituite “sulla carta”, mancano dati sulla operatività. Specie al Sud – sottolinea Marisol Cestari – le rinnovabili sono uno strumento più significativo di lotta alla povertà energetica e mezzo concreto contro lo spreco di energia. Nel Mezzogiorno sono 1,2 milioni le famiglie in povertà energetica, vale a dire che hanno difficoltà di acquistare un paniere minimo di beni e servizi energetici.
La Basilicata è seconda in Italia per stima con poco meno di 50 mila famiglie, il 17,8% del totale dei nuclei familiari, per circa 100 mila persone. E’ evidente che il bonus gas non basta specie perché ci sono contrade rurali non servite da rete gas. Il primato è della Calabria, dove il problema riguarda il 19,1% delle famiglie, composte da quasi 349mila persone.
Terzo il Molise (17,6%): seguono la Puglia (17,4%) e Sicilia (14,2 %). I nuclei più a rischio di povertà energetica, al Sud, sono quelli «che utilizzano il gas quale principale fonte di riscaldamento. Coloro che invece utilizzano altri combustibili (bombole a gas, pellet, gasolio, legna, kerosene, ed altri), presentano valori percentuali di rischio più contenuti». Per non perdere la grande occasione del Pnrr, che fissa l’obiettivo per le Cer in 1730 MW di impianti installati al 30 giugno 2026, dice Cestari – occorre accelerare i progetti abbattendo i tempi degli ostacoli burocratici.
Non va dimenticato, infine, che l’attuale normativa italiana prevede incentivi economici e agevolazioni fiscali per l’energia consumata all’interno della CER: vantaggi che rendono le CER non solo una scelta ecologica, ma anche una soluzione finanziariamente conveniente.