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Alfredo Cestari: Accelerare sulle fonti rinnovabili

Alfredo Cestari spiega perché le aziende devono accelerare gli investimenti sulle fonti rinnovabili per la produzione elettrica in Italia e nei paesi africani
Cop 26 Glasgow - Alfredo Cestari

Alfredo Cestari: Accelerare sulle fonti rinnovabili

Alfredo Cestari spiega perché le aziende devono accelerare gli investimenti sulle fonti rinnovabili per la produzione elettrica in Italia e nei paesi africani

MOLITERNO (Pz) – La nuova bozza del documento finale della Cop26 di Glasgow, rivista con le osservazioni dei ministri, che contiene fra le altre cose un invito ai governi ad accelerare sulle fonti rinnovabili per la produzione elettrica e sulla eliminazione del carbone e dei sussidi alle fonti fossili, è una buona notizia. E’ il commento dell’ing. Alfredo Carmine Cestari, presidente di ItalAfrica e del Gruppo omonimo, sottolineando che per Governi, imprese, investitori ed organizzazioni da tutto il mondo è necessario adeguare le proprie strategie e buone pratiche per accelerare il passaggio alle fonti pulite e per superare le non poche e rilevanti difficoltà che si oppongono alla transizione energetica. Siamo in attesa della sottoscrizione da parte dei Governi dell’impegno a prevedere 100 miliardi di dollari da destinare ai programmi di energia rinnovabile individuando una “quota” per progetti da realizzare nei Paesi in via di sviluppo, quale atto concreto.

“Il continente africano – che ha il 13 per cento della popolazione mondiale ed è in grado di usare solo il 4 per cento dell’energia del Pianeta – sottolinea Cestari – è un laboratorio per sperimentare soluzioni innovative con una mentalità nuova, quell’innovazione su cui anche l’Europa e l’Italia stanno scommettendo per conquistare la transizione energetica. Nello specifico le tecnologie rinnovabili offrono significativi vantaggi in termini di creazione di posti di lavoro, sicurezza energetica, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, produzione di cibo e acqua, riduzione della povertà e creazione di imprese. La domanda crescente da parte dei Paesi Africani di beni e servizi riguarda i settori più svariati, energia, infrastrutture, agricoltura, educazione, sanità, per citare i più importanti. Il problema è che per molti questo grande potenziale è spesso sconosciuto e prevale ancora un’immagine dell’Africa come un continente in preda a guerre, carestie ed epidemie. Nulla di più falso!.

Per Cestari l’economia italiana, orientata verso l’esportazione “necessita di nuovi lucrativi mercati e l’Africa ha una crescente domanda di beni e servizi di qualità, che le nostre imprese possono offrire. In particolare le energie rinnovabili possono contribuire in maniera rilevante allo sviluppo delle aree remote e spesso non connesse alla rete elettrica. Impianti cosiddetti off-grid solari, eolici, mini-hydro e a biomassa possono fornire energia elettrica ai piccoli villaggi senza dover implementare grandi e costosi progetti infrastrutturali. Un maggiore accesso all’energia e all’elettricità ha ricadute positive in tutti i settori, dall’educazione, alla sanità all’agricoltura”.

La Camera di Commercio ItalAfrica Centrale è impegnata nel progetto “Sinergie per lo sviluppo” diretto al continente africano con il duplice obbiettivo di fare fronte alla crisi migratoria e di offrire nuove opportunità di investimento alle imprese italiane ed europee ancora reduci dalla crisi con il supporto delle istituzioni comunitarie e nazionali. Il progetto, tra l’altro, intende contribuire a risolvere problemi economici e sociali tramite l’azione diretta del settore privato, in sinergia con le prerogative dell’Unione Europea nel campo delle energie rinnovabili.

Cestari evidenza inoltre che il Sud del nostro Paese – dove si concentra il 40,2% delle energie pulite complessivo – sta facendo passi avanti importanti sul piano dell’efficientamento energetico dei processi produttivi e nell’utilizzo di energie rinnovabili. Il Mezzogiorno vale il 37,4% della potenza fotovoltaica, il 96,5% della potenza eolica ed il 27,2% della potenza degli impianti a bioenergie. Andando ad analizzare ambiente e sostenibilità, la bioeconomia nel Mezzogiorno vale 23,6 miliardi di euro di Valore aggiunto, il 6,7% del totale economia dell’area (6,4% in Italia) ed il 23,6% del dato nazionale. Partendo da questi dati Cestari, presidente del Gruppo omonimo, che attraverso proprie società specializzate in Italia e all’estero, in particolare la Strategic Energy Resources, opera nel settore della produzione elettrica da fonti rinnovabili, rilancia l’impegno ad accrescere le attività per le energie rinnovabili.

La Società ha stipulato convenzioni per la concessione dei terreni e dei diritti per la realizzazione di impianti eolici e minieolici in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Molise. Inoltre, è impegnata in rapporti di collaborazione, a livello nazionale ed internazionale, con soggetti privati ed Enti pubblici, tra cui: Enel-Si, Edison Energie Speciali, Enercon, Meg Sud.

“Le rinnovabili – dice Cestari – sono una grande ricchezza del Mezzogiorno. In questo ambito, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia sono le prime Regioni a sostenere, anche con provvedimenti normativi ad hoc, produzione e consumo collettivo. Non ci si può fermare proprio adesso che il 30% del Pnrr è dedicato alla missione “rivoluzione verde”. C’è da fare di più specie nei tempi di attuazione dei progetti in cantiere poiché la transizione energetica, oltre a generare benefici ambientali, è un’occasione per creare valore e occupazione e richiede prioritariamente l’efficienza della governance, cioè l’insieme di ruoli, regole, procedure e strumenti a livello legislativo, attuativo e di controllo relativi alla gestione della transizione energetica. È quindi necessario trasferire sui territori l’invito che parte da Cop26 di Glasgow”.